“Nuove tariffe, alloggi gratuiti agli infermieri: reggiamo così”

Fabio Toso è il direttore generale della Fondazione Opera Immacolata Concezione onlus, che gestisce tre residenze in provincia di Vicenza, tre in provincia di Treviso e sei nel Padovano (Mandria Santa Chiara, Paolo VI, Pio XII e Nazareth in città, Carmignano e Borgoricco in provincia).
Com’è la situazione attuale?
«Non abbiamo alcuna certezza. I contributi regionali dovrebbero aumentare, ma non sappiamo ancora in quale entità. Intanto facciamo il massimo con le risorse che abbiamo».
Quali sono le difficoltà?
«Una delle voci principali riguarda l’energia, che rimane su valori doppi rispetto al 2021. Ed è aumentato il prezzo di moltissimi altri beni, con un’inflazione superiore al 6%».
Da qui la scelta di adeguare la retta?
«Da noi la retta convenzionata è di 67 euro mentre per i privati è di 81. L’aumento della retta a partire dal prossimo febbraio sarà di 1,5 euro al giorno ma è comunque una cifra ridotta rispetto all’aumento dei costi a cui stiamo facendo fronte. Sarebbe servito un aumento di 3 euro al giorno. Segnaliamo anche la diminuzione del contributo energia elettrica, che è stato ridotto di 1 euro, nonostante il costo della stessa sia doppio rispetto al 2021».
Intanto la domanda per il vostro servizio resta alta…
«Sì, i centri per gli anziani sono sempre più indispensabili perché stiamo assistendo ad un grande cambiamento nella società. L’età media della popolazione sta invecchiando sempre più e intanto il supporto familiare si è ridotto nel tempo visto che i figli spesso via o comunque ci sono nuclei più ridotti. L’adeguamento delle rette serve anche a mantenere inalterato un alto livello di assistenza».
Tante case di riposo vivono la difficoltà di reperire personale. Voi?
«Quello della carenza di infermieri è un problema reale e noi l’abbiamo risolto con contatti diretti con l’estero, specialmente seguendo il canale indiano».
Li ospitate direttamente voi?
«Sì, troviamo l’alloggio e lo diamo in forma gratuita ai nuovi infermieri in arrivo dall’estero utilizzando immobili di nostra proprietà oppure reperiti».
Date gratuitamente solo l’alloggio o anche il vitto?
«Dipende dalle situazioni personali, da come arrivano questi infermieri. All’inizio diamo più garanzie, poi gli stessi lavoratori possono diventare più indipendenti».
Quanti sono quelli in arrivo dall’estero?
«Abbiamo 220 infermieri e il 35% arriva da fuori».
E gli operatori sociosanitari?
«Quello degli oss è il problema più grande. Organizziamo corsi specifici di formazione ma comunque non raggiungiamo il numero di partecipanti necessario. Già ora vanno contattati nel resto d’Italia ma in futuro si andrà a cercarli sempre più all’estero».

Dicono di noi: l’intervista al direttore generale della Fondazione Oic onlus Fabio Toso del giornalista del Gazzettino Gabriele Pipia di giovedì 4 novembre