Armando Pizzolato, 102 anni e una festa da ricordare: compleanno speciale alla Crico Civitas Vitae di Vedelago

Giovedì 25 gennaio nel salone della Monsignor Crico Civitas Vitae di via Toniolo 1 a Vedelago è stata celebrata la festa di compleanno per i 102 anni dell’Ospite Armando Pizzolato. Erano presenti,oltre agli ospiti della residenza, anche i familiari di Armando e una rappresentanza del Comune di Vedelago. Il Coro «Le Vecchie Canzoni di Casacorba» con l’accompagnamento delle fisarmoniche, ha animato il pomeriggio. Come sempre l’evento è stato realizzato grazie all’aiuto dei volontari del Vada

Biografia

Armando nasce a Trevignano il 25 gennaio 1922, figlio di Antonio e Onorina nella vita entrambi agricoltori. Le convinzioni antifasciste costringono il padre ad emigrare in Canada dove vivrà fino alla morte. Armando cresce così praticamente senza il padre ed è un ragazzo piuttosto vivace e poco incline allo studio tanto da passare più tempo in punizione che in classe. E’ comunque molto socievole e stringe numerose amicizie che porterà avanti fino alla morte degli amici. Lavora la terra e aiuta parenti, vicini e paesani vari perché ancora troppo giovane per essere chiamato alle armi.
Quando viene chiamato alle armi viene arruolato negli Alpini del Val Cismon. Durante una lunga marcia, porta zaino e fucile di un suo commilitone. Scoperto dal suo comandante che gli chiede spiegazioni, si giustifica dicendo che l’amico non ce la faceva a camminare carico. Riceve il plauso del comandante che gli assicura così la prima licenza a casa.
Dalla Calabria dove era di stanza, viene mandato in Albania con le truppe di occupazione nelle vicinanze del lago di Ocrida dove resterà fino all’armistizio del 8 settembre 1942.
Nello scombussolamento seguente viene catturato dai tedeschi con tutto il suo reggimento e portato in varie parti di Albania, Grecia e Macedonia per lavorare al ripristino di strade e ferrovie.
Lungo uno di questi tratti di ferrovie viene fatto ricoverare in un magazzino che nella notte dell’Epifania viene attaccato da partigiani o forze greche che, credendo di sparare sui tedeschi, colpiscono invece il suo reggimento. Una scheggia di mortaio gli ha amputato il braccio destro sopra il gomito. Viene salvato da un suo compagno che gli lega la cintura sull’arto amputato. Solo a tarda sera viene portato ad un ospedale da campo che gli sutura la ferita al meglio delle possibilità offerte dalla situazione. Viene poi portato con un treno di feriti in Austria a Linz e Graz dove verrà curato con ciò che le condizioni permettevano. Fortunatamente la sua forte fibra ha tenuto lontane le infezioni portandolo alla guarigione. Dopo un anno da quando viene fatto prigioniero riesce a comunicare a casa che era ancora vivo. Viene poi impiegato per due anni nel comune di Trevignano per poi chiedere di entrare come portinaio all’ospedale di Montebelluna dove continua a lavorare con impegno, anche con mansioni che andavano oltre a ciò che le sue condizioni fisiche gli avrebbero consentito.
Nel frattempo, nel 1946, si sposa con Elena, sua coetanea e vicina di casa con cui, quando non era al lavoro, cooperava nella conduzione dei terreni di famiglia. Hanno 4 figli, la prima Antonietta nata nel 1947, Giuliano nel 1949, Remo nel 1954 e Mirco nel 1960.
Nel 1959, con l’aiuto economico del padre, riesce a costruire una nuova casa dove portare la famiglia. Utilizza il contributo statale per le nuove abitazioni per acquistare il primo trattore ad uso familiare del comune, imitato in seguito da molti altri in quegli anni.
Qualche anno dopo, grazie alla concessione di un bonus di 10 anni di contributi per la mutilazione in guerra, se ne va in pensione.
Il resto è storia recente che lo vede dedicarsi alla moglie, ai figli e poco dopo anche ai vari nipoti per i quali ha avuto sempre grande cura. Nel 2016, dopo 69 anni di vita insieme, ha perso l’adorata moglie Elena che per tutto questo tempo è stata la sua ombra, il suo sostegno, la sua forza ed il suo braccio destro e che ancora oggi a volte chiama nel sonno.
Ormai sono già 19 anni che è bisnonno e la sua gioia più grande è incontrare i suoi nipoti e pronipoti anche se ormai fatica a tenere il conto dei loro nomi, della loro età o della classe che frequentano perché sono tanti sia loro che gli anni suoi.

IL PIU’ GRANDE RADUNO DEI CENTENARI – Il signor Armando Pizzolato è un candidato autorevole per l’iniziativa “Il più grande raduno dei centenari” e lancia un messaggio d’invito per una grande iniziativa. II tentativo di record sarà organizzato sabato 18 maggio 2024 presso la Civitas Vitae Angelo Ferro di Padova. Attualmente il record è detenuto dall’Australia con 46 persone coinvolte. Il tentativo di battere il primato del mondo sarà una grande festa di amicizia intergenerazionale, coinvolgendo istituzioni e associazioni di volontariato, tutti uniti per questo grande obiettivo simbolico. I Centenari e le Centenarie sono una presenza importante per la società ed il territorio, rappresentando il ponte tra un lontano passato ed un futuro ancora da scrivere. Sono una vera risorsa di coesione sociale, avendo maturato un ineguagliabile patrimonio di esperienze.