

28 Aprile 1945: La Liberazione di Padova – Ricordo e Memoria con la Fondazione OIC Onlus
L’evento organizzato dalla Fondazione OIC Onlus per commemorare l’ottantesimo anniversario della liberazione di Padova dai nazi-fascisti, con testimonianze storiche, interventi accademici e la proiezione della testimonianza di Italo Zaninello, partigiano della Brigata Silvio Trentin.
Lunedì 28 aprile 2025, presso il Teatro del Civitas Vitae Nazareth di Padova (Via Nazareth 38), alle ore 16:00, avrà luogo un evento, aperto a tutta la cittadinanza, per ricordare l’ottantesimo della liberazione della città dalla dittatura nazi-fascista: “28 aprile 1945. La Liberazione di Padova dai nazi-fascisti”.
L’evento, organizzato dalla Fondazione OIC Onlus, è patrocinato dal Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova e dal Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea dell’Università di Padova (CASREC).
Ai saluti del Direttore Generale della Fondazione OIC Onlus, seguiranno quelli del Sindaco di Padova, dell’ANPI Padova e della delegata alla Terza Missione del Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità.
Alla conferenza interverranno la dott.ssa Chiara Saonara, già ricercatrice di storia contemporanea all’Istituto Veneto per la Storia della Resistenza oggi Centro per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea (CASREC) e la prof.ssa Elisabetta Novello, docente di storia economica presso il Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova e responsabile del Laboratorio di Storia Orale.
Nel corso dell’evento verrà proiettato il video della testimonianza rilasciata da Italo Zaninello, classe 1927, partigiano, Battaglione “Renato-Otello Pighin”, Brigata “Silvio Trentin”, che sarà presente alla proiezione (video realizzato dal Laboratorio di Storia orale del DISSGeA – UNIPD).
Zaninello, che risiede presso la Civitas Vitae Nazareth della Fondazione OIC Onlus dal 27 novembre 2023, ha recentemente rilasciato questa importante testimonianza e dalla sua voce si verrà accompagnati in una storia di coraggio e resistenza che non potrà più essere dimenticata.
Direttore del Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità:
“La città di Padova, centrale nella regione – e perciò di grande interesse per nazisti e fascisti repubblicani che l’avevano occupata con centinaia di presidi, comandi, magazzini di munizioni e carburanti e l’avevano depredata fino all’ultimo giorno – ebbe una grande rilevanza nella lotta di liberazione. E questo avvenne anche grazie alla presenza dell’Università dove Maestri e studenti, appresa la lezione di democrazia e libertà del rettore Concetto Marchesi, del prorettore Egidio Meneghetti, di Lanfranco Zancan e di molti altri, diedero vita a formazioni partigiane, fra le quali ebbe particolare importanza quella guidata da Otello Pighin, assistente alla facoltà di ingegneria, il mitico “Renato”, catturato e torturato a morte agli inizi di gennaio 1945. La brigata di “Giustizia e libertà”, guidata da Pighin (e nata anche per impulso di Meneghetti, da sempre antifascista perseguitato, “anima e braccio della Resistenza veneta”, secondo Norberto Bobbio) era intitolata a Silvio Trentin, già docente a Ca’ Foscari, autoesiliatosi nel 1926, tornato in Italia dopo l’8 settembre ’43, fondatore (con Marchesi, Meneghetti, Ghidetti, Cappellotto, Lombroso e Tonolo) del Comitato di liberazione nazionale regionale veneto, morto nel marzo 1944 senza poter vedere il suo Paese libero. Della brigata “Silvio Trentin” faceva parte il battaglione intitolato, dopo la sua morte, a Pighin, in cui svolse la sua azione partigiana Italo Zaninello”.
Chiara Saonara:
“Il 28 aprile 1945, poco dopo mezzogiorno, il comandante delle truppe tedesche presenti da venti mesi a Padova si arrendeva al Comitato di liberazione regionale rappresentato dal capo del Comando unico delle formazioni partigiane, Sabatino Galli, “Pizzoni”, al collegio Antonianum. Poco dopo, anche i fascisti repubblicani chiedevano la resa. Gli Alleati, canadesi, statunitensi, inglesi, entrarono in città dopo le 23:00, stupiti “di trovare una situazione militare così favorevole”, accolti da gente già liberata e finalmente sicura di una riconquistata libertà.
Il nostro Paese poteva ricominciare a sperare di vivere serenamente, per quanto la crudezza dei 5 anni di guerra e dei lunghi, durissimi mesi della Resistenza, avesse lasciato segni profondi in tutti, donne, uomini, giovani e anziani, ragazzi e bambini.
Però si poteva ricominciare a respirare la libertà che a lungo era stata sospirata e pareva perduta: si poteva perché pochi, ma non pochissimi, compatrioti, questi sì veramente patrioti, si erano battuti anche a costo della vita per riportare la libertà tra di noi. Di questo, sempre dobbiamo essere loro grati, e non perdere la loro memoria, perché la libertà e la democrazia sono preziose e delicate e bisogna averne grande cura.”
Elisabetta Novello:
“È stato un vero onore per me conoscere Italo Zaninello e poter raccogliere la sua testimonianza, una vera emozione rivivere con lui gli anni della sua gioventù che ben altro avrebbero dovuto riservare a un ragazzo intelligente e generoso quale lui era. Il giovane Italo ci insegna quanta forza abbiano i valori democratici, quanto riescano a unire persone di cultura ed estrazione sociale diverse, quanto possano dare coraggio per superare ogni ostacolo, ogni difficoltà. È nostro dovere conservare la memoria preziosa di uomini e donne che ci ricordano quanto, ancora oggi, sia importante lottare contro ogni oppressione e dittatura perché la libertà e la democrazia siano garantite, sempre e a tutti indistintamente.”
Dott. Fabio Toso, Direttore Generale Fondazione OIC Onlus:
“Italo Zaninello è una figura che incarna il coraggio e l’impegno che hanno segnato la lotta per la libertà durante la Seconda Guerra Mondiale. I suoi familiari ci ricordano che, quando aveva appena 18 anni, aveva due paure che segnavano la sua gioventù: la prima era quella di uccidere. La seconda era quella di morire.
Aveva 18 anni, ma il desiderio di realizzare il miracolo del riscatto della libertà e della dignità era più forte di tutto. Questa riflessione non solo ci parla del suo spirito di sacrificio, ma ci insegna anche quanto i valori di giustizia, democrazia e diritti civili siano stati e continuino a essere il fondamento della nostra società. La sua testimonianza di coraggio e di scelte difficili ci invita a non dimenticare chi ha lottato per la nostra libertà e a difendere questi valori con lo stesso impegno che Italo e tanti altri giovani hanno mostrato all’epoca.
La Fondazione OIC Onlus è impegnata a diffondere e valorizzare le storie di vita dei suoi longevi, che sono veri e propri testimoni e depositari della nostra storia. Queste testimonianze, che ci giungono dai nostri anziani, sono un patrimonio di esperienze e valori che non solo ci arricchiscono, ma ci insegnano l’importanza di prenderci cura di loro e di custodire la loro memoria che è la nostra memoria, per poter costruire un futuro basato sul rispetto, la solidarietà e l’impegno civico. Italo Zaninello, con il suo esempio, rappresenta intere generazioni che, con il loro sorriso, continuano a ricordarci l’importanza del racconto come strumento di libertà e democrazia.”
Iniziative come questa rappresentano un ulteriore importante esempio di come la Fondazione OIC Onlus continui a dare voce ai suoi longevi, considerandoli non solo come testimoni della nostra storia, ma come protagonisti attivi nella costruzione di un futuro più solidale e consapevole. La longevità, per la Fondazione, non è solo una questione di età, ma una ricchezza culturale, un patrimonio che va custodito e valorizzato. Ogni storia di vita, come quella del signor Italo, è un pezzo fondamentale del nostro cammino collettivo, e la Fondazione si impegna ogni giorno a garantirne la memoria e a sostenere i suoi longevi con il massimo rispetto, affinché continuino a essere una risorsa per la comunità.
