incontro key users informatizzazione

Incontro Key Users Informatizzazione Oic

Quello di ieri mercoledì 15 dicembre è stato un momento conviviale che ha coinvolto la Presidente, Direzione Generale della Fondazione Oic Onlus e tutti i Key Userers che hanno partecipato al progetto di digitalizzazione che l’Oic ha avviato con la società Softwareuno-Zucchetti. L’attività ha consentito il passaggio dall’uso della carta (o da software non integrati nei reparti) a quello della cartella sanitaria informatizzata.

Come ha spiegato durante l’incontro il presidente Andrea Cavagnis «è un progetto importante per la nostra Fondazione dal punto di vista strategico, operativo e applicativo. Passare da un sistema cartaceo, con tutte le sue complessità, a uno digitale per una struttura come la nostra è necessario e fondamentale. La Fondazione è un’organizzazione complessa che coinvolge molte figure professionali e questo lavoro è riuscito non solo a far comprendere loro gli aspetti tecnici ma anche quelli strategici che hanno portato alla scelta di informatizzazione del sistema Oic».

Il progetto è partito prima nei reparti delle strutture intermedie ODC-URT a seguire, dall’8 ottobre 2020, nella residenza Santa Chiara e poi si è esteso a tutte le altre 12 strutture Oic fino all’ultima che è stata avviata il primo dicembre 2021.

Obiettivo dell’Informatizzazione Oic: implementare le piattaforme Softwareuno-Zucchetti come soluzione digitale integrata atta a sostenere e coprire un complesso ecosistema di dati, informazioni e attori.

«La necessità – spiega Fabio Toso, direttore generale – era quella di avere un unico interlocutore e partner esperto per la digitalizzazione di una molteplicità di ambiti e livelli organizzativi. Dall’area gestione del dipendente, a quella amministrativa e contabile fino all’area sanitaria: con la cartella elettronica dell’ospite, la formazione del personale e la gestione dei processi di reparto. La cartella elettronica, che ora è gestita all’interno di uno spazio di lavoro virtuale, riservato all’equipe, rende più semplice coordinare il lavoro delle diverse figure professionali attraverso schede, scale di valutazione e analisi dati».

Lo spazio virtuale dell’utente si chiama Cartella Utente 4.0 e consente di governare rapidamente tutto il ciclo di gestione dell’ospite dalla richiesta di ammissione, alla lista di attesa, al consenso al trattamento dei dati e tutta la documentazione fino alla sua presa in carico generando, così, l’identità virtuale dell’ospite per l’apertura del dossier socio sanitario e la mappatura di tutte le attività che hanno coinvolto l’ospite.

Cartella Utente 4.0 integra il dossier socio-sanitario elettronico riducendo errori, interpretazioni e facilitando l’interoperatività dei ruoli coinvolti.

«E’ stato un lavoro importante – racconta Giorgio Barbon, responsabile Sistemi Informativi e Responsabile del progetto di informatizzazione della Fondazione Oic Onlus – non solo per gli aspetti tecnici che ci consentono di essere una struttura all’avanguardia sul territorio ma anche per quelli umani. Il progetto ha coinvolto 1500 tra colleghi e professionisti che a oggi sono attivi nel sistema. Con tutti si è creata una bellissima collaborazione e rapporto diretto tra il personale e il sistema informatico. Vincente , per la riuscita del progetto , è stata la condivisione degli obiettivi della Fondazione Oic con tutti. Tra tutti i nostri bravi colleghi meritano di essere citati quelli che non solo hanno accolto il sistema ma anzi si sono prodigati , chi nella configurazione efficace del sistema , chi nel supporto ai colleghi e non solo nella residenza/reparto dove lavorano ma anche supportando e

condividendo best practice con colleghi di altre residenze, virtuosità costruttiva per tutti».

Il progetto di integrazione digitale a 360° dell’Oic è uno dei primi applicati nei centri servizi per anziani ma anche nei reparti delle strutture intermedie ODC e URT. Sicuramente l’implementazione in 13 strutture, in tempi rapidissimi, formando circa 1500 persone e senza necessità di supporto esterno per l’attività e in un momento di pandemia, porta la Fondazione a essere un modello da imitare per tutte le strutture simili che vorranno intraprendere lo stesso percorso.