Settant’anni di storia di cura che abbracciano il futuro. Alla Civitas Vitae “Angelo Ferro” la celebrazione del 70° anniversario della Fondazione OIC Onlus.

Lunedì 8 dicembre 2025 la Civitas Vitae “Angelo Ferro” si è trasformata in una casa ancora più grande, capace di accogliere ospiti, famiglie, operatori, volontari e istituzioni per festeggiare un anniversario speciale: i 70 anni della Fondazione Opera Immacolata Concezione Onlus.

Un’intera giornata costruita come un percorso, fatta di volti, abbracci, simboli e parole che hanno rimesso al centro la cura come responsabilità condivisa. 

La celebrazione e la Messa con il Vescovo di Padova

Il pomeriggio si è aperto alle ore 16.00 nella Chiesa “Santa Madre di Dio” con la Santa Messa presieduta da S.E. Mons. Claudio Cipolla, Vescovo di Padova. La celebrazione è stata trasmessa in diretta in tutte le Residenze della Fondazione e in streaming per i familiari, così da permettere anche a chi era lontano di partecipare al ringraziamento per questi settant’anni di storia di cura. 

Dopo il segno della croce, l’intervento di introduzione da parte della Presidenza (Andrea Cavagnis) e della Direzione Generale (dott. Fabio Toso) della Fondazione ha dato il tono alla giornata, richiamando il valore di una comunità che cresce attorno agli anziani e alle persone fragili. Attorno all’altare si sono ritrovati ospiti delle Residenze, familiari, professionisti, operatori, volontari e rappresentanti delle istituzioni, in un clima di raccoglimento ma anche di profonda gratitudine.

Nell’omelia il Vescovo ha richiamato il valore dei luoghi dove gli anziani vivono e vengono accompagnati ogni giorno, sottolineando come la cura, quando è relazione, diventi un segno concreto di speranza per tutta la comunità.

“L’abbraccio della cura”: il murales che diventa icona

Alle 17.30 il cuore della festa si è spostato all’interno della Civitas Vitae per l’inaugurazione e la benedizione del murales “L’abbraccio della cura”, realizzato dall’artista Alessio B. per il 70° anniversario della Fondazione. 

La scopertura del murales è stata affidata a un gesto altamente simbolico: un’ospite del cohousing e una bimba, mano nella mano, hanno rivelato l’opera al pubblico, mentre la cantante Elisa Paladin interpretava il brano “A modo tuo”, trasformando il momento in un abbraccio condiviso tra generazioni. A seguire, la benedizione del Vescovo ha suggellato il murales come segno duraturo di una comunità che si riconosce nella cura. 

L’opera (larghezza 4,50 m, altezza 4,75 m) ritrae l’abbraccio tra un’anziana e una bambina, come un fotogramma sospeso nel tempo: non c’è distanza anagrafica, ma una sola linea che unisce due età della vita. È il tempo che si fa pelle, un patto emotivo che non ha bisogno di parole perché vive negli sguardi e nella semplicità di un abbraccio senza tempo.

In questo abbraccio, non c’è solo protezione: c’è reciprocità. Non è solo l’anziana a prendersi cura della bambina o la bambina dell’anziana; entrambe si sostengono a vicenda in un equilibrio di tenerezza, sostegno e fiducia. È la rappresentazione più chiara dell’intergenerazionalità che la Fondazione OIC coltiva ogni giorno: l’umanità che si completa nell’incontro tra generazioni.

Le sfumature di chiaroscuro che avvolgono i volti diventano la cifra poetica dell’opera: il colore della memoria, della profondità emotiva, della fiducia che fissa come un’impronta di un’appartenenza, un DNA collettivo che attraversa il tempo. Il braccialetto blu al polso della bambina è il dettaglio che lega passato e futuro, una piccola eredità visiva che suggerisce come la memoria possa essere tramandata anche attraverso i gesti più semplici.

“La tenerezza come forma di resistenza, la cura come architettura del legame umano”: è questo il messaggio che il murales affida alla comunità, nel solco della missione della Fondazione OIC e degli obiettivi di sviluppo sostenibile che richiamano salute, benessere e comunità inclusive.

Il racconto di 70 anni in un cortometraggio

Dalle 18.00 la festa è proseguita nella Sala Pontello. All’ingresso, gli ospiti hanno ricevuto un braccialetto blu, lo stesso che compare sul polso della bambina del murales: un segno semplice ma potente di appartenenza, che lega ogni partecipante alla storia e al futuro della Fondazione. 

E sulle note dell’Inno d’Italia, accolto dalla platea in piedi, dopo il saluto del Presidente della Fondazione, Andrea Cavagnis, il pubblico ha assistito alla proiezione del docufilm dedicato alla storia dell’OIC: dal primo centro di accoglienza per anziani fino alla nascita della Civitas Vitae e delle diverse Residenze.

Il docufilm ha ripercorso le tappe principali di una realtà che, nel tempo, ha saputo trasformarsi restando fedele alla propria radice: mettere al centro le persone più fragili con le loro famiglie, accompagnandole con professionalità, attenzione e calore umano. 

Nelle sue parole, il Presidente ha sottolineato come questi settant’anni rappresentino una responsabilità verso chi verrà e la Fondazione OIC Onlus sia una comunità viva, fatta di reciprocità, dove la cura è relazione e ogni persona – anziana, familiare, professionista o volontario – contribuisce a generare welfare e valore condiviso.

I volti della cura: i riconoscimenti agli operatori e al team del docufilm

Al termine della proiezione, il palco della Sala Pontello è diventato lo spazio per dire “grazie” alle persone che rendono concreta la missione della Fondazione ogni giorno. Sono stati chiamati e presentati alcuni “volti-simbolo” dei diversi profili professionali:

  • Erica Pulzato, chef della Fondazione e vincitrice dell’Edizione 2024 di Chef all’Opera per il “Miglior piatto dello chef”
  • Marco Minardi, fisioterapista Fondazione OIC Onlus
  • Valentina Ciciov, Operatrice Socio-Sanitaria, Fondazione OIC Onlus
  • Stefano Barella, infermiere Fondazione OIC Onlus
  • Davide Ceron, Educatore Professionale e Referente Progetti di Coesione Sociale Fondazione OIC Onlus
  • Filippo Marchioro, membro del Comitato di Rappresentanza di Ospiti e Familiari della Fondazione OIC Onlus
  • Annamaria Tommasini, volontaria dell’associazione V.A.d.A., Volontari Amici degli Anziani
  • Alessandra Papaleo, coordinatrice Centro Infanzia Clara e Guido Ferro, Fondazione OIC Onlus
  • e un’ospite della Residenza Airone della Fondazione OIC Onlus

Un modo per riconoscere, attraverso le loro storie e la loro presenza, il lavoro silenzioso e appassionato di centinaia di professionisti e volontari che ogni giorno si prendono cura degli ospiti. 

Con la conduzione di Micaela Faggiani, subito dopo, sono saliti sul palco i protagonisti della produzione del docufilm: Eleonora Passarella (giornalista referente comunicazione OIC), Matteo Menapace e il team della direzione composto da Novella Filippi, Marco Zanovello e Chiara Serafin, ai quali è stato rivolto un ringraziamento per aver saputo trasformare 70 anni di storia in un racconto capace di emozionare e far riflettere. 

La parte finale del pomeriggio è stata dedicata ai saluti delle istituzioni, in un dialogo che ha testimoniato la forte alleanza tra la Fondazione e il territorio. 

La presenza delle istituzioni

Sono intervenuti: il Senatore Antonio De Poli che ha ripercorso con noi la storia dell’OIC, evidenziando come intuizioni, valori e visione si siano trasformati nel tempo in opere, servizi e luoghi capaci di accogliere, curare e generare benessere.

Il Presidente della Regione Veneto, Alberto Stefani ha dedicato alla Fondazione parole importanti definendola un esempio straordinario per il nostro territorio, volendo essere nuovamente presente alla Fondazione dopo la visita compiuta nei giorni successivi al risultato elettorale.

Il Presidente di Fondazione Cariparo, Gilberto Muraro ha ricordato con particolare attenzione i risultati delle collaborazioni realizzate negli anni, che hanno contribuito a rafforzare la rete dei servizi e a sostenere iniziative di grande impatto sociale.

Il Direttore Generale dell’ULSS 6 Euganea, Paolo Fortuna ha sottolineato la solidità della collaborazione tra ULSS e Fondazione OIC, una rete che consente di garantire continuità assistenziale, qualità dei servizi e prossimità alle famiglie.

Il Sindaco di Barbarano-Mossano, Cristiano Pretto (Comune che ospita uno dei Centri Servizi della Fondazione OIC) ha ribadito il forte legame tra territorio e Fondazione condividendo importanti riflessioni sulla missione condivisa.

Accanto a loro, erano presenti i Consiglieri regionali Arturo Lorenzoni ed Eric Pasqualon (anche Sindaco di Carmignano di Brenta), il Sindaco di Vedelago Giuseppe Romano, il Presidente URIPA Roberto Volpe, i rappresentanti di Confartigianato – Filippo Marchioro e ANAP – Confartigianato Imprese Padova – l’Assessora Margherita Cera in rappresentanza del Sindaco di Padova, il Direttore spirituale della Fondazione OIC padre Adriano Moro, per l’ULSS 2, Roberto Rigoli e Anna Decol.

Nelle loro parole, è stato riconosciuto nella Fondazione OIC un presidio fondamentale di comunità: un luogo dove competenza, passione, dedizione, valori e volontà di fare del bene trovano espressione concreta attraverso l’impegno quotidiano di tutti coloro che operano nei centri servizi.

il messaggio del Governo: la lettera del Viceministro Bellucci

Ad arricchire il quadro delle presenze istituzionali è giunto anche il saluto dell’On. Maria Teresa Bellucci, Vice Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, che ha voluto far pervenire una lettera di vicinanza e di apprezzamento alla Fondazione e alla comunità riunita per il 70° anniversario.

Nella sua lettera, il Vice Ministro ha rivolto un cordiale saluto al Presidente Andrea Cavagnis, al neo Governatore della Regione Veneto Alberto Stefani, alle autorità civili e religiose presenti e a tutte le persone – professionisti, operatori, volontari – che contribuiscono a fare della Fondazione «un modello nel settore dell’assistenza a 360 gradi».

Ripercorrendo la storia nata l’8 dicembre 1955, Bellucci ha ricordato l’“eredità preziosa” che la Fondazione OIC porta con sé: quella di «mettere sempre la persona al centro, con rispetto, attenzione e umanità», valori fondanti e non negoziabili che ha potuto constatare personalmente durante la sua visita al Centro Civitas Vitae Angelo Ferro, definito «un modello di comunità viva, aperta, integrata nella città», un vero e proprio villaggio che unisce generazioni diverse e dimostra come l’invecchiamento possa essere vissuto con dignità, relazioni e qualità della vita.

Nella lettera, la Fondazione OIC viene descritta come «un presidio di solidarietà autentica, di professionalità e di amore per il prossimo», un esempio concreto di come rispondere ai  bisogni dei più fragili «senza mai cedere alla logica del business», mantenendo saldi i valori cristiani e morali che ne rappresentano le radici. I 70 anni che oggi si celebrano non sono soltanto un anniversario, ma «la testimonianza di un patrimonio di storie e competenze, di un impegno quotidiano e instancabile a sostegno delle persone più fragili».

«Fondazione OIC è un’eccellenza italiana di cui siamo profondamente orgogliosi» – scrive il Vice Ministro – esprimendo, a nome del Governo e a titolo personale, il più sincero ringraziamento «per ciò che fate – e soprattutto per come lo fate – ogni giorno, con dedizione e professionalità». La lettera si conclude con l’auspicio di potersi incontrare presto e con un augurio per «questi primi 70 anni di operato a sostegno dell’inclusione e della coesione sociale».

Un messaggio che conferma, anche a livello nazionale, il ruolo della Fondazione OIC come attore di primo piano nel sistema di welfare, capace di coniugare innovazione, qualità dei servizi e radicamento valoriale.

Un brindisi condiviso con la comunità

Le conclusioni e i ringraziamenti del Presidente Cavagnis hanno chiuso la parte ufficiale della serata, aprendo poi a un momento semplice e partecipato: l’aperitivo e il brindisi nella Sala Alba Luigi Tono, accompagnati dall’intrattenimento musicale di Elisa Paladin. Ospiti, famiglie, operatori, volontari e istituzioni si sono ritrovati fianco a fianco, nel clima familiare che contraddistingue la Fondazione OIC, per poi perdersi, ancora una volta, davanti al murales che resterà, da oggi in poi, come simbolo visivo di un impegno che continua. 

Più che una festa celebrativa, il 70° anniversario della Fondazione OIC è stato un “sì” rinnovato alla propria missione: custodire e promuovere luoghi che non sono soltanto strutture, ma spazi di vita, dove l’esperienza nutre il futuro e la presenza dei più giovani restituisce energia e sorriso agli anziani.

In questo giorno, ancora una volta, la Fondazione ha scelto di ricordare a tutti che la cura non ha tempo, vive nel sorriso di chi accoglie e nelle mani di chi accompagna con professionalità e cuore.

Con questo abbraccio – ora impresso anche in un’opera di street art condivisa con l’intera comunità – la promessa è quella di continuare a farlo, insieme.

Presidente Fondazione OIC Onlus, Andrea Cavagnis 

“Settant’anni non sono solo un compleanno istituzionale, ma la prova che la scelta fatta nel 1955 – considerare la fragilità una risorsa e la dignità una promessa – continua a generare vita. Oggi la Fondazione OIC è una comunità viva, dove 1.700 professionisti e tanti volontari costruiscono ogni giorno progetti di vita per le persone e le loro famiglie. Celebriamo il nostro passato, ma guardiamo avanti: investiamo in innovazione, formazione e nuove reti di prossimità perché anche la tecnologia aiuti le persone a restare al centro, senza mai sostituire la relazione. Il murales “L’abbraccio della cura” e il docufilm sulla nostra storia raccontano esattamente questo: non un punto di arrivo, ma un cammino che continua, insieme ai nostri ospiti, alle famiglie, alle istituzioni e ai territori che camminano con noi.”

Direttore Generale Fondazione Opera Immacolata Concezione Onlus, Fabio Toso

“Questo 70° anniversario ci ricorda che la nostra forza non è solo nei numeri, ma nelle relazioni che ogni giorno costruiamo con gli ospiti, con le loro famiglie e con i territori in cui siamo presenti. La Fondazione OIC è diventata, nel tempo, una infrastruttura sociale multidimensionale: residenze, centri diurni, nuclei specialistici, progetti intergenerazionali e, oggi, anche strumenti digitali che ci permettono di essere vicini alle persone anche quando sono a casa. Al centro resta sempre la stessa scelta: mettere la persona prima del servizio, la relazione prima della procedura, grazie alla ricerca continua e alla formazione dei nostri team multidisciplinari. 

Il compito della Direzione Generale è tenere insieme innovazione e umanità, sostenibilità e qualità della cura, per consegnare alle generazioni future una Fondazione capace non solo di “assistere”, ma di generare comunità.”

Articolo di: Eleonora Passarella

Leggi anche su:

https://www.ilgazzettino.it/AMP/nordest/fondazione_oic_70_anni_stefani_polo_civitas_vitae-9234788.html

https://www.gruppotv7.com/notizie/padova/l-oic-alla-mandria-festeggia-i-70-anni-di-attivit-16805

https://www.padovaoggi.it/attualita/settant-anni-oic-festa-murales-9-dicembre-2025.html